top of page
Immagine del redattoreDr.ssa Caudia Scarpati

GUARIRE DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA ATTRAVERSO IL DISTACCO

Rispondi in maniera sincera a queste domande:

- I tuoi stati d'animo e la tua felicità dipendono da qualcun altro?

- Hai forti reazioni emotive alle opinioni, ai pensieri, ai sentimenti e ai giudizi di qualcun altro?

- Trascorri il tempo a preoccuparti e a pensare ai problemi di qualcun altro?

- Analizzi le motivazioni o i sentimenti dell’altro?

- Pensi a ciò che l’altro sta facendo, non facendo, pensando o provando?

- Trascuri la tua carriera, gli hobby, le attività o gli amici a causa di una relazione?

- Abbandoni altre attività se qualcun altro non si unisce a te o disapprova?

- Accontenti l’altro perché hai paura di essere rifiutata?

- Diventi ansiosa all’idea di fare le cose da sola?

Se hai risposto SI alla maggior parte delle domande, è probabile che tu stia soffrendo di Dipendenza Affettiva.


I Dipendenti Affettivi si affezionano troppo - non perché amino tanto, ma perché hanno bisogno di tanto.

Ma cosa vuol dire essere una Dipendente Affettiva?

Uno degli elementi principali che caratterizzano la Dipendenza Affettiva è la tendenza al Caretaking (letteralmente “il prendersi cura dell’altro”).

In questo senso, una dipendente affettiva, nel momento in cui vede che l’altro ha un problema, desidera aiutarlo fino al punto di rinunciare a se stessa.

Ora, se è naturale provare empatia e compassione per qualcuno, il mettere gli altri prima di se stessi può assumere, nel caso della Dipendenza Affettiva, forme disfunzionali e patologiche.

In realtà, anche i codipendenti hanno bisogno di aiuto e spesso si sentono rifiutati nel momento stesso in cui l’altro non accetta il loro aiuto.

Inoltre, continuano a cercare di aiutare l'altra persona anche quando quella persona rifiuta chiaramente i loro consigli.

Non si tratta più quindi soltanto della disponibilità ad aiutare chi amiamo, ma entrano in gioco gli schemi relazionali della Dipendenza Affettiva: gestione e controllo, reazione e preoccupazione, ossessione.

L'antidoto a questo malfunzionamento è rappresentato dal distaccarsi e lasciare andare.

CHE COS’ È IL DISTACCO?

Il distacco implica neutralità e rappresenta un modo di separare il malsano collante emotivo che ci tiene uniti in una relazione codipendente.

Distaccarsi non significa trascurare le responsabilità familiari o lasciare qualcuno.

Anche se lo spazio fisico o la separazione possono essere utili come mezzo per stabilire dei confini e per centrarci, non è questo il significato di distacco.

Per esempio, alcune persone decidono di non avere contatti con qualcuno, perché la relazione è troppo dolorosa.

Tuttavia, la vicinanza fisica è irrilevante.

Infatti, alcune coppie i cui partner vivono distanti sono più legate emotivamente e reattive l'una all'altra rispetto alla maggior parte delle coppie sposate.

Qualcuno che vive lontano può attivare i nostri schemi codipendenti semplicemente con una telefonata.

Potremmo soffermarci sulla conversazione per giorni - o sul fatto che non c'è stata una telefonata!

Distaccarsi significa riorientarci e prendere in mano la situazione.

Si tratta di lasciar andare le nostre aspettative e l'intreccio disfunzionale con i problemi altrui.

Smettiamo di reagire alle cose che dicono e fanno, smettiamo di ossessionarci.

Prendiamo il controllo dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri.

Questo non elimina i nostri sentimenti e le nostre preoccupazioni, ma fa sì che possiamo incanalarli in modo sano.

In questo senso, il distacco diventa più compassionevole e amorevole dell'attaccamento codipendente.

Il distacco implica quattro concetti chiave:

- Avere confini appropriati

- Accettare la realtà

- Essere nel presente, non nel passato o nel futuro

- Assumersi la responsabilità dei nostri sentimenti e dei nostri bisogni

Non abbiamo bisogno di litigare o di persuadere gli altri; possiamo invece sentirci curiosi di conoscere i diversi punti di vista dell’altro.

Questo ci permette di mostrare rispetto verso noi stessi e verso l’altro e di onorare i confini e la separatezza all’interno della relazione.

Piuttosto che manipolare le persone in modo che diventino come noi vorremmo che fossero, prendiamoci il rischio e la responsabilità di essere autentici.

Quando siamo troppo coinvolti, siamo miopi e gli altri diventano un’estensione di noi stessi e dell’ideale relazionale cui aspiriamo.

Cerchiamo di controllare le loro opinioni, i loro sentimenti e le loro azioni per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno e sentirci bene.

Cerchiamo di gestirli per evitare di assistere alla loro sofferenza.

Cerchiamo di impressionarli e di compiacerli.

Cerchiamo di convincerli ad essere d'accordo con noi o a fare ciò che vogliamo.

Poi, reagiamo con dolore o rabbia quando non vogliono.


Quando cerchiamo costantemente di cambiare il comportamento o lo stato d’animo dell’altro, diventiamo il loro custode sulla base dell'errata convinzione di poter controllare ciò che causa il loro dolore ed il nostro.

Ci assumiamo delle responsabilità che sono loro, non nostre.

A volte, le coppie codipendenti concordano inconsciamente sul fatto che un coniuge ha l'obbligo di rendere felice l'altro.

Questo è un compito impossibile e porta all'infelicità reciproca, alla rabbia e al risentimento.

Lasciar andare ci porta benefici profondi, non solo nella relazione, ma nella crescita personale, nella pace interiore e in tutti gli ambiti della nostra vita.

Attraverso il distacco impariamo ad amare.

Guadagniamo pace, libertà e potere.

Guadagniamo tempo per noi stessi.

Diventiamo più resilienti di fronte alle perdite.

Impariamo l'indipendenza e la responsabilità di noi stessi.

Impariamo a distinguere il sostegno e l’incoraggiamento dalla codipendenza.

Diventiamo responsabili dei nostri pensieri, sentimenti, azioni e delle conseguenze di tali azioni.

Allo stesso modo, gli altri diventano responsabili delle proprie.

Il distacco inizia con la comprensione, ma ci vuole tempo perché il cuore accetti veramente il fatto che, alla fine, siamo impotenti nei confronti degli altri e che i nostri sforzi per cambiare l’altro potrebbero essere persino dannosi per noi, per l'altra persona e per il rapporto.



Comments


bottom of page